Il Graoully, San Nicola, la lepre di Pasqua: leggende emblematiche della città di Metz e della Lorena. Ma conosci anche quelle di Sant’Arnolfo, Mademoiselle de Turmel o Pierre Perrat?
Nel III secolo, un mostruoso drago dall’appetito feroce decimò i giovani di Metz. San Clemente salvò la città dal mostro e dai serpenti che vivevano con lui nell’antico anfiteatro romano, affogandoli nella Seille.
Leggi la leggenda completa del Graoully (in francese)
Opuscolo sfogliabile “Figures de Metz” delle Biblioteche-Mediateche di Metz
Dopo la Rivoluzione Francese, le chiese conobbero momenti cupi. Alcune furono trasformate, altre distrutte... La chiesa Les Grand-Carmes non fu esclusa da questa sorte. Le pietre di Jaumont, forti e robuste, producevano un tale profitto economico che per il Signor Carmes, imprenditore di bassa statura, non fu una facile impresa!
Antenato di Carlo Magno, Sant’Arnolfo accettò la carica di vescovo dopo aver ritrovato miracolosamente il suo anello gettato nella Mosella.
La Cattedrale di Metz illumina la città da 800 anni. Dietro ogni dettaglio si cela una storia, un aneddoto. Oggi ci soffermiamo sulla statua di Guglielmo II. Situata sul portale ovest dell’edificio, la scultura racconta un passaggio animato della storia di Metz.
La costruzione di una cattedrale è un’opera così straordinaria che spesso ci si vede lo zampino del diavolo. L’architetto Pierre Perrat avrebbe venduto l’anima al diavolo per realizzare il suo capolavoro a Metz. La sua anima è salva: è nella cattedrale per l’eternità ed è possibile scoprire il suo epitaffio.
Questa storia illustra la costruzione dell’acquedotto tra Jouy-aux-Arches e Ars-sur-Moselle collocandola ai tempi della Bibbia, dopo il diluvio per il quale Noè salvò gli animali della creazione e la sua famiglia con la sua arca.
Rue Rabelais, Casa di Rabelais... La città di Metz celebra in tanti modi il famoso scrittore e medico, noto per il suo amore per la parola, la farsa e il buon cibo!
Sai come arrivò a Metz e a cosa si dedicò durante il suo passaggio tra il 1546 e il 1547?
È una delle strade più trafficate del centro di Metz per raggiungere la Cattedrale, la rue Taison e la Collina Sainte-Croix. Ma questa antica via romana chiamata Decumanus Maximus era anche un luogo strategico.
Chi viveva e lavorava qui?
Nel 1744, Luigi XV soprannominato “il ben amato” si recò a Metz accompagnato dalla sua favorita, Madame de Châteauroux. Dopo una bella serata dal Duca de Richelieu, il re trascorse la notte in piacevole compagnia... e il mattino seguente fu trovato mentre “sputava sangue per sfinimento”. Poco dopo, la regina Maria Leszczyńska arrivò a Metz e si liberò della singolare costruzione in legno tra l’Abbazia Saint-Arnould e l’Hotel de la Haute Pierre, le residenze che avevano ospitato il re e la sua favorita qualche tempo prima. Una settimana dopo, Luigi XV si salvò dal pericolo. Miracolo o realtà?
La campana della cattedrale chiamata Mademoiselle de Turmel è al centro di una leggenda. Una sera Anne Turmel attese invano il suo fidanzato. In ricordo del giovane ucciso dai briganti e per evitare gli attacchi notturni, venne fusa una campana che annunciava il coprifuoco alle dieci di sera. Si dice che Mademoiselle de Turmel gettò l’anello di fidanzamento nel bronzo liquido della campana…
In cima al versante, tra i villaggi di Ancy e Gorze, sorge una croce molto particolare. È dedicata a San Clemente, che salvò Metz dal mostruoso Graoully. Generazioni di campagnoli di Metz sono giunti fin qui in pellegrinaggio e si sono prostrati davanti a questa croce.
Fu soprattutto grazie a questo luogo fortemente simbolico che il Comandante Lalance decise di visitare i dintorni.
Questa leggenda parla di Amore con la “A” maiuscola e di vendetta. Un regno, due signori, una giovane donna di nome Isabelle e le nozze che non si conclusero come previsto. E quando si aggiunge la gelosia, la passione può andare alla deriva...
C’era una volta a Corny una vecchia signora di nome Marguerite Frioule. Era bizzarra e discreta, accompagnata da un gatto nero e da una capra con le corna, ed era temuta dagli abitanti del villaggio. Perché? Era una strega? Cosa avrebbe riservato il suo destino? Si sarebbe salvata?
Il piccolo comune di Jouy-aux-Arches, sulle rive della Mosella, a sud-ovest di Divodurum (l’odierna Metz), possiede i resti di un imponente acquedotto. All’epoca garantiva l’approvvigionamento idrico delle terme, ma fece anche da sfondo a una storia alquanto singolare! Come si dice, tutto accade per una ragione!
Luogo emblematico a cavallo fra i comuni di Vaux, Scy-Chazelles, Sainte-Ruffine e Lessy, il Mont Saint-Quentin ha avuto un ruolo essenziale e molteplice nel corso del tempo. L’antica “collina” fa ormai parte del perimetro Natura 2000 dei Pelouses du Pays Messin e ogni estate è possibile scorgere piccole greggi di...
Spesso l’avarizia è incontrollabile. Théophile, innamorato di Lisa, voleva sapere se questo amore gli sarebbe stato utile. Così decise di osservare di nascosto la sua futura moglie al lavoro, mentre lavorava la terra. Si travestì da spaventapasseri e fu presto rincuorato. A un certo punto una moschina gli fece il solletico al naso e Théophile non poté fare a meno di starnutire! Sorpresa, Lisa si sentì ingannata, così finì tra le braccia di un altro uomo. Essere avari non è un reato, ma può tramutarsi in orrore da un giorno all’altro!
Tanto tempo fa, ogni sera nel villaggio di Woippy, un folletto o Sotré aveva l’abitudine di spostare o di far sparire gli oggetti, come l’avena dei cavalli di padre Clément. Per averne la certezza, quest’ultimo decise di trascorrere la notte nella scuderia...
C’era una volta un giovane che viveva nel villaggio di Châtel. Ogni sera ascoltava gli anziani che raccontavano storie di spettri bianchissimi, monaci storditi e signori maledetti della Valle di Montvaux. Col tempo finì per indispettirsi perché, si sa, i fantasmi non esistono! Ma è davvero così?
C’era un tempo nelle nostre campagne, non molto tempo fa, in cui ci si riuniva intorno al camino nelle lunghe sere d’inverno. In quei momenti si ascoltavano quei racconti e leggende che oggi leggiamo sui libri.
Sai che dobbiamo gran parte di quei celebri racconti trascritti dai Fratelli Grimm a Dorothea Viehmann?
San Nicola, Patrono della Lorena, è molto amato dai bambini. Avrebbe resuscitato tre bimbi uccisi da un macellaio e messi sotto sale.
All’inizio di dicembre in tutta la Lorena si organizzano tante parate in suo onore.
Il giorno di Pasqua i bambini cercano le uova di Pasqua, nascoste nel giardino dalla lepre. Questa lepre immaginaria, simbolo di vita e risurrezione nelle prime mattine di primavera, è una tradizione che risale al XVI secolo.